Il Laboratorio della fede

L’esperienza del Laboratorio della Fede nasce dall’entusiasmo e dallo slancio impressi dalle catechesi sui Dieci Comandamenti, intuizione che il Signore ha donato ad un Parroco della Diocesi di Roma, Don Fabio Rosini, più di quindici anni fa. Questo dono si è andato rapidamente diffondendo, fecondando il ministero di diversi sacerdoti e la vita di moltissime persone, in varie città d’Italia.

Lo sviluppo dell’esperienza dei Dieci Comandamenti e del Ritiro estivo che li conclude ha portato i sacerdoti a prendere in considerazione la richiesta di proseguire il cammino di fede iniziato, all’interno della Parrocchia.

Il Concepimento

L’idea del “Laboratorio della Fede” è nata dall’incontro con i giovani della grande Veglia della Giornata Mondiale della Gioventù a Tor Vergata nel Giubileo dell’anno 2000. In questa occasione il Papa Giovanni Paolo II parlò per la prima volta di un Laboratorio della Fede come dinamica appropriata attraverso cui far crescere il credente verso la statura adulta di Cristo.

Dalla Omelia di Giovanni Paolo II durante la Veglia:  «Voi chi dite che io sia? Gesù pone questa domanda ai suoi discepoli, nei pressi di Cesarea di Filippo. Risponde Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16, 16). A sua volta il Maestro gli rivolge le sorprendenti parole: Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli (Mt 16, 17). Qual è il significato di questo dialogo? Perché Gesù vuole sentire ciò che gli uomini pensano di Lui? Perché vuol sapere che cosa pensano di Lui i suoi discepoli? Gesù vuole che i discepoli si rendano conto di ciò che è nascosto nelle loro menti e nei loro cuori e che esprimano la loro convinzione. Allo stesso tempo, tuttavia, egli sa che il giudizio che manifesteranno non sarà soltanto loro, perché vi si rivelerà ciò che Dio ha versato nei loro cuori con la grazia della fede. Questo evento nei pressi di Cesarea di Filippo ci introduce in un certo senso nel “Laboratorio della fede”. Vi si svela il mistero dell’inizio e della maturazione della fede. Prima c’è la grazia della rivelazione: un intimo, un inesprimibile concedersi di Dio all’uomo. Segue poi la chiamata a dare una risposta. Infine, c’è la risposta dell’uomo, una risposta che d’ora in poi dovrà dare senso e forma a tutta la sua vita.»