«Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Vangelo di Giovanni 15,17).
«Quanti operano nelle Istituzioni caritative della Chiesa devono distinguersi per il fatto che non si limitano ad eseguire in modo abile la cosa conveniente al momento, ma si dedicano all’altro con le attenzioni suggerite dal cuore, in modo che questi sperimenti la loro ricchezza di umanità. Perciò, oltre alla preparazione professionale, a tali operatori è necessaria anche, e soprattutto, la “formazione del cuore”: occorre condurli a quell’incontro con Dio in Cristo che susciti in loro l’amore e apra il loro animo all’altro, così che per loro l’amore del prossimo non sia più un comandamento imposto per così dire dall’esterno, ma una conseguenza derivante dalla loro fede che diventa operante nell’amore (v. Gal 5,6)…
Il programma del cristiano – il programma del Buon Samaritano – è “un cuore che vede”. Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente»
(Benedetto XVI, Deus caritas est, 31)