GIUSEPPE – INVIDIA e RISCATTO

Liturgia della Parola di Dio – 14 Dicembre 2021

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INVIDIA – L’invidia è un vizio capitale. Consiste nella tristezza che si prova davanti ai beni altrui e nel desiderio smodato di appropriarsene, sia pure indebitamente. Quando arriva a volere un grave male per il prossimo, l’invidia diventa un peccato mortale. Sant’Agostino vedeva nell’invidia “il peccato diabolico per eccellenza”. “Dall’invidia nascono l’odio, la maldicenza, la calunnia, la gioia causata dalla sventura del prossimo e il dispiacere causato dalla sua fortuna”. (CCC 2539)

RISCATTO – Accanto alle prove collettive la Bibbia, in vari contesti, evoca la sorte di individui schiavi o prigionieri. Per taluni la detenzione non è un giusto castigo (cfr. Mt 5,25; 18,30), ma una prova provvidenziale (cfr. Ap 2,10). Così è per Giuseppe (Gen 39,20 ss), che la sapienza di Dio «non abbandonò nelle catene» (Sap 10,14); è pure la sorte di più di un profeta (cfr. 1 Re 22,26 ss), quella di Geremia (Ger 20,2; 32,2 s; 37,11-21; 38,6), di Giovanni Battista (Mt 14,3); quella infine di Gesù che fu legato (Gv 18,12; Mt 27,2) e senza dubbio gettato in prigione. Nella Chiesa la stessa sorte attende gli apostoli (Atti 5,18; 12,3 ss; 16,23 s); e Paolo, capace di andare volontariamente in prigionia (Atti 20,22), potrà designarsi letteralmente come «il prigioniero di Cristo» (Ef 3,l; 4,1; cfr. 2 Cor 11,23). Tuttavia «la parola di Dio non sarà incatenata» (2 Tim 2,9; cfr. Fil 1,12 ss), E ciò perché Dio si preoccupa dei prigionieri. Se esige dai suoi fedeli che «rompano le catene ingiuste» (Is 58,6) e se la visita dei carcerati fa parte delle opere di misericordia (Mt 25,36. 40; cfr. 10,34; 13,3), egli stesso è pieno di sollecitudine per «i suoi prigionieri» (Sal 69,34), anche per coloro che, con disprezzo, avevano sfidato i suoi ordini (Sal 107,10-16). Soprattutto al suo popolo prigioniero egli fa una promessa di libertà (Is 52,2) che è come un preludio del vangelo (ls 61,1). (Dizionario di Teologia Biblica di X. L. Doufour)

PRIMA LETTURA [Gen 37]

Dal Libro della Genesi

3[Giacobbe] amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. 4I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. 5Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più. 6Disse dunque loro: “Ascoltate questo sogno che ho fatto. 7Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand’ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio”. 8Gli dissero i suoi fratelli: “Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?”. Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole. 9Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e disse: “Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me”. 10Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e gli disse: “Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?”. 11I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa. 12I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13Israele disse a Giuseppe: “Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro”. Gli rispose: “Eccomi!”. […] Allora Giuseppe andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono di farlo morire. […] 23Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch’egli indossava, 24poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. […] 26Allora Giuda disse ai fratelli: “Che guadagno c’è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue? 27Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne”. I suoi fratelli lo ascoltarono. […] 31Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole: “L’abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio”. 33Egli la riconobbe e disse: “È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l’ha divorato. Giuseppe è stato sbranato”. […] E il padre suo lo pianse. 36Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE [Sal 104]

Rit. – RICORDIAMO, SIGNORE, LE TUE MERAVIGLIE.

Il Signore chiamò la carestia sulla terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe,
venduto come schiavo. Rit

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza. Rit

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi. Rit

SECONDA LETTURA [Gen 39 e 41]

Dal libro della Genesi

2Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. 3Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani. 4Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. 5Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna. 6Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto. 7Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: “Unisciti a me!”. 8Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: “Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 9Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?”. 10E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei. 11Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era nessuno dei domestici. 12Essa lo afferrò per la veste, dicendo: “Unisciti a me!”. Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì. […] 16Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. 17Allora gli disse le stesse cose: “Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me. 18Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori”. 19Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: “Proprio così mi ha fatto il tuo servo!”, si accese d’ira. 20Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re. […]
7In quel tempo il faraone si svegliò: aveva avuto un sogno. 8Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell’Egitto. Il faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone. […] 14Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero uscire in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò gli abiti e si presentò al faraone. 15Il faraone disse a Giuseppe: “Ho fatto un sogno e nessuno lo sa interpretare; ora io ho sentito dire di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito”. 16Giuseppe rispose al faraone: “Non io, ma Dio darà la risposta per la salute del faraone!”. 17Allora il faraone disse a Giuseppe: “Nel mio sogno io mi trovavo sulla riva del Nilo. 18Quand’ecco salirono dal Nilo sette vacche grasse e belle di forma e si misero a pascolare tra i giunchi. 19Ed ecco sette altre vacche salirono dopo quelle, deboli, brutte di forma e magre: non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d’Egitto. 20Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle grasse. […] E mi svegliai. 22Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un solo stelo, piene e belle. 23Ma ecco sette spighe secche, vuote e arse dal vento d’oriente, spuntavano dopo quelle. 24Le spighe vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l’ho detto agli indovini, ma nessuno mi da’ la spiegazione”. 25Allora Giuseppe disse al faraone: “Il sogno del faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. 26Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno. 27E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle, sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d’oriente, sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. […] 33Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e saggio e lo metta a capo del paese d’Egitto. 34Il faraone inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un quinto sui prodotti del paese d’Egitto durante i sette anni di abbondanza. […] 39Poi il faraone disse a Giuseppe: “Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come te. 40Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te”.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

TERZA LETTURA [Fil 2]

Dalla lettera ai Filippesi

3Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, 4senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, 6il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; 7ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, 8umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. 9Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; 10perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; 11e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Rit. Alleluia, alleluia!

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito; chiunque crede in lui ha la vita eterna.

Rit. Alleluia!

VANGELO (Mt 21)

Dal Vangelo secondo Matteo

33Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. 34Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. 35Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. 36Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! 38Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. 39E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. 40Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?”. 41Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. 42E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? 43Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. 44Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà”. 45Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

Parola del Signore A. Lode a te, o Cristo